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Viaggio

LA AVVENTURA IN SOLITARIA DI LUIGI DE SANTIS

Monastero di San Magno – Fondi – Itri – Gaeta

In un cammino le variabili sono molteplici, le più svariate, che possono andare da sensazioni squisitamente personali, fisiche e non, a problematiche oggettive di tipo logistico: segnaletiche, percorso, inconvenienti vari.
Il più delle volte vanno a rotazione, altre volte si uniscono in una interessantissima congiunzione astrale.
Quale che sia il caso la risposta è sempre una: trovare una soluzione! E quando non si trova la soluzione la risposta è: ci pensa il cammino!
È cosi, lo è sempre stato. Alla fine quando sei nell’impasse muovi una pedina, ed è sempre quella giusta.
Così stamattina, dopo circa un’ora che ero in marcia, mi arriva il messaggio del b&b di Itri dove avrei dovuto dormire, con l’annuncio di una disdetta unilaterale per imprecisati motivi.
Ho incassato senza battere ciglio, per non intaccare l’entusiasmo di una tappa che si prospettava molto interessante da subito.Appena 5 km infatti e arrivo a Fondi (al cui territorio appartiene il Monastero appena lasciato), paesone noto ai più come sede del MOF, il maggior mercato ortofrutticolo d’Italia, che vanta invece un centro storico di rara bellezza, con il castello baronale che spicca solenne in una piazza che è un elegante salotto che vede al lato opposto la Chiesa e il Convento di San Francesco.
E poi a pochi passi il Duomo di San Pietro e il palazzo Caetani, anche il quartiere ebraico con la sinagoga.
Un paio d’ore per cercare di visitare quanto possibile e riparto perché il clou della giornata deve ancora arrivare, poco distante: un tratto dell’Appia Antica, lungo circa due km conservato a meraviglia.
Ovvio, non si possono fare paragoni con quello che il parco dell’Appia Antica propone a Roma, ma il pavimento integro in alcuni tratti è perfino più emozionante.
Lì inserito nel tipico paesaggio dell’Agro Romano, qui in una specie di forra, il canyon di Sant’Andrea che accompagna le alture degli Aurunci. Mi fermo in contemplazione ma la sosta è stata più breve del desiderato perché il problema accantonato in mattinata si è ripresentato: cosa faccio ora?
Parlerò un’altra volta della accoglienza pellegrina, ma la sostanza è che non avevo valide alternative all’alloggio sfumato.
Improvvisa è arrivata l’idea: chiamo il luogo dove avrei dormito la sera dopo a Gaeta, cittadina che non si visita degnamente in poche ore con addosso la stanchezza di decine di km, per chiedere se c’è posto anche per stasera. A risposta affermativa tutta la tensione svanisce: si va subito a Gaeta, e domani giornata di sosta, relax e turismo.
Di mia precisa intenzione non lo avrei mai fatto. Ci ha pensato il cammino!

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