
NEW YORK – Il comizio di Donald Trump è appena iniziato a Butler, a un’ora da Pittsburgh, in Pennsylvania, poco dopo la mezzanotte italiana tra sabato e domenica, quando si sentono due colpi. L’ex presidente che la prossima settimana sarà incoronato candidato del partito repubblicano alla Casa Bianca si tocca l’orecchio, capisce e si cala subito dietro il podio, tra le urla e il panico della folla che cerca rifugio.
«Shooter is down» (il tiratore è a terra), gridano i servizi segreti dopo pochi istanti. Trump riemerge, circondato dagli agenti dei servizi segreti. Due righe di sangue sulla parte destra del volto, l’orecchio ferito. Circondato dagli agenti dei servizi segreti che gli fanno scudo, solleva il pugno. Sembra gridare «Fight! Fight!» (Lottate, lottate) mentre viene scortato via. E la folla urla: «U.S.A., U.S.A.! U.S.A.!».

Poco dopo, le autorità comunicano che l’attentatore e un partecipante al comizio sono morti, altri due sono feriti.
L’arma utilizzata sarebbe un fucile semiautomatico, l’AR-15.
Dopo l’ipotesi che fosse passata in qualche modo dai rigidi controlli con metal detector che ci sono a tutti i comizi di Trump (portano via anche ombrelli, bottiglie d’acqua), in serata è apparso chiaro che l’attentatore abbia sparato da un tetto sul perimetro esterno.
Secondo quanto confermato dall’Fbi, si tratta di Thomas Matthew Crooks , 20enne della Pennsylvania (qui tutto quello che sappiamo su di lui).
Un video geolocalizzato dall’Ap mostra il corpo di una persona in mimetica grigia che giace, immobile, sul tetto di un edificio alla Agr International Inc., un’azienda di imbottigliamnto a 150 metri circa dall’area dove si è tenuto il comizio.

È un momento gravissimo, storico, per l’America sconvolta da fratture politiche e da una campagna elettorale ormai da tempo tossica.
Il commento forse più indicativo è quello di un partecipante al comizio, che dice alla Cnn: «Non sono sorpreso che sia accaduto». Alle preghiere per Trump espresse sui social da numerosi alleati — dallo speaker repubblicano della Camera Mike Johnson ai politici che sperano di essere scelti come vice nel ticket per la Casa Bianca — si uniscono quelle dei colleghi del partito democratico, dal leader del Senato Chuck Schumer che parla di «orrore» all’ex speaker della Camera Nancy Pelosi. Parlano anche gli ex presidenti George W. Bush e Barack Obama. «Dovremmo sentire tutti sollievo per il fatto che il presidente Trump non sia stato gravemente ferito e usare questo momento per impegnarci alla civiltà e al rispetto nella nostra politica», afferma in una nota Obama.