Come nasce la grandine?
«È una forma di precipitazione composta da granelli di ghiaccio, le cui dimensioni sono superiori ai cinque millimetri. Si formano all’interno del cumulonembo (la nube tipica dei temporali che s’eleva anche oltre i 10 chilometri di quota) nella sua parte alta. Poi, le forti correnti calde e fredde all’interno della nube fanno in modo che i chicchi percorrano diversi moti, ascendenti e discendenti. Ogni volta che i chicchi effettuano questo percorso si ingrossano sempre di più, sino a un punto critico che li fa precipitare. L’intensità viene stimata in riferimento ai danni causati. Per farlo si utilizza la cosiddetta “scala Torro” che va da H0 (quando non ci sono danni) a H10 (quando sono distrutte o seriamente danneggiate case e ci sono persone morte o ferite)».
Quella che lunedì ha colpito l’Emilia è da record?
«Vedere le immagini delle auto con i parabrezza danneggiati ha impressionato molti ma, in passato, ci sono stati casi di chicchi dal peso ben superiore a un chilo. Però in estate è normale che possa arrivare una grandinata come quella di lunedì. Specialmente nella Val Padana che è fra le più colpite dal problema sulla Terra e che, spesso, viene comparata al Nevada, negli Stati Uniti, dove si presenta una condizione analoga. È invece in particolare da considerare l’aumento degli eventi, negli ultimi anni, nel Nord Italia: dalla Lombardia al Trentino. Arreca tanti danni anche all’agricoltura perché distrugge i raccolti. I danni sono causati dalla dimensione del chicco e dalla velocità di caduta. Si considerano anche la durezza, la forma e l’orientamento della traiettoria di caduta».
Che cosa determina la grandezza dei chicchi?
«La dimensione è proporzionale alla potenza della turbolenza perché più forti sono i venti in risalita dal basso della nube, più peserà il chicco. Più pesa e più precipita rapidamente e pericolosamente verso Terra. Le forme possono essere diverse: a volte sono sferiche, ellissoidi o irregolari. Lo spaccato di un chicco racconta la sua storia e alcuni hanno mostrato fino a 25 stratificazioni di ghiaccio».
Si possono prevedere le grandinate?
«Purtroppo ancora non ci sono strumenti in grado di prevedere con giorni d’anticipo dove cadranno esattamente i chicchi. Più o meno riusciamo a farlo sono con una o due ore d’anticipo con una probabilità del 90 per cento. Questo perché la grandinata è un fenomeno molto localizzato. Se cade copiosa a Roma Nord, non arriva a Sud».
C’è una correlazione con i cambiamenti climatici?
«Ci sono molti studi in corso sull’argomento e, attualmente, possiamo dire che è una relazione indiretta. Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono evidenti su tutto il pianeta e si manifestano anche con l’intensificazione di fenomeni meteorologici estremi che non solo diventano più violenti, ma anche più frequenti».
L’uomo cosa può fare?
«Se grazie ai nostri comportamenti arrivassimo davvero alla decarbonizzazione entro il 2050, la Terra ci ringrazierebbe molto».
Il meteo resterà incostante sino a ferragosto?
«Tranne una breve tregua fra domani e sabato, l’Italia continuerà a essere divisa in due sino al 15 con temperature alte al Sud e tempo molto variabile al Nord. Il motivo è perché dal Sahara arriva un’onda di aria calda che si spinge sino all’Emilia Romagna e qui si scontra con l’aria più fresca e umida che arriva dall’Atlantico e si insinua nell’Europa dell’Ovest. Questo contrasto crea temporali quotidiani in Triveneto, Lombardia e Piemonte. Domenica prossima, in quest’area, potrebbero arrivare forti temporali mentre al Sud ci sarà un’ondata di calore con temperature che sfioreranno i 45 gradi in Sicilia e, in particolare, a Siracusa, e i 42 a Foggia, Taranto, Lecce».
(Hanno risposto Marina Baldi, ricercatrice dell’Istituto di Biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche e Antonio Sanò, meteorologo e fondatore del portale Ilmeteo.it)
fonte ALESSIO RIBAUDO corriere.it