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Secondo gli ultimi dati Iss i no vax rischiano 40 volte di più di finire in terapia intensiva

Crescono i contagi tra chi si è vaccinato da più di 120 giorni, anche se il rischio di contrarre gravi patologie rimane basso. Il booster garantisce al 97,5% di non ammalarsi.

I nuovi dati forniti dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) nel Report che integra il monitoraggio settimanale sul Covid, certificano ancora una volta l’efficacia dei vaccini nel prevenire patologie gravi causate dal Covid -19. Se, infatti, stiamo assistendo a un aumento dei contagi anche tra le persone che hanno ricevuto doppia dose e booster, si segnala una netta differenza tra vaccinati e non nelle ospedalizzazioni.

Dati Iss, i no vax rischiano 40 volte di più di finire in terapia intensiva

Il tasso per le persone ricoverate in terapia intensiva è 31,3 ogni 100mila per i non vaccinati mentre è 0,8 ogni 100mila per vaccinati booster. Per quanto riguarda i decessi, il tasso corrisponde a 52,9 ogni 100mila tra i non vaccinati, mentre “soltanto” a 1,6 tra i vaccinati con ciclo completo e dose booster.

Un’altra evidenza che emerge dallo studio dell’Iss, è quella che evidenzia la riduzione dell’efficacia nel prevenire il contagio nei soggetti di ogni fascia di età, trascorso il periodo tra i 90 e i 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale. Si osserva una capacità di prevenzione pari al 53,2% tra chi ha completato il ciclo vaccinale da 91 a 120 giorni, che cala al 34,7% superati i 4 mesi. Un’efficacia che sale al 66,7 % tra chi ha ricevuto anche la dose aggiuntiva\booster.

Per quanto riguarda la possibilità di contrarre il virus con sintomi severi, la percentuale degli schermati tra i vaccinati con doppia dose effettuata tra i 91 e i 120 giorni rimane molto elevata, attestandosi al 93,1%. Scende leggermente, all’88,6% tra chi ha effettuato la seconda dose da più di 120 giorni, per risalire in maniera sensibile, al 97,5 %, tra coloro ai quali è stato somministrato il booster.

Dai dati forniti dall’Iss, emerge anche una crescita di contagi nella fascia degli Under 19 della popolazione. Il 24% contro il 20% della settimana precedente. Un incremento probabilmente spiegabile con la riapertura delle scuole. Nel dettaglio, il 13% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 38% nella fascia d’età 5-11 anni, il 48% nella fascia 12-19 anni. Infine, nell’ultima settimana la percentuale delle reinfezioni sul totale dei casi rimane stabile rispetto alla precedente rilevazione (3,2% 3,4%).

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