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Miscellanea

Bonolis più forte anche della convenzione di Ginevra

Riceviamo e pubblichiamo

  • Non c’è nulla da fare il prode Bonolis è la macchina da guerra più potente espressa dalla televisione italiana.
    Intoccabile sia dalle leggi umane che divine, monopolizza
    senza tregua e senza interruzioni i pomeriggi e le sere degli ebeti spettatori televisivi italiani.
    Nonostante da anni siano perseguiti a parole gli atteggiamenti di bullismo, il buon Bonolis ne è il re, che dico, l’imperatore assoluto.
    Circondato da una corte dei miracoli, da deretani e seni sempre ben in evidenza, confortato da un pubblico in apparente stato catartico e di dipendenza sessuale, forse confortato da caramelle al viagra, i suoi spettacoli riescono a raggiungere vette di crudeltà senza pari.
    La scelta dei concorrenti appare essere determinata dall’inverso rapporto tra tette e cervello per le donne mentre per gli uomini i parametri sono molteplici, si parte dall’infermità mentale, dall’handicap fisico, dal nanismo, da dermatosi invalidanti disgustose, sempre supportate dall’incapacità della vittima, di capire quanto il conduttore sia feroce e irrispettoso nei loro riguardi.
    Su tutti comunque è evidente la sindrome di Stoccolma dove la vittima è portata a solidarizzare con il carnefice.
    Non si può essere spiritosi sulle evidenti, palesi, disgrazie del quali l’altro è portatore: come dire la frase “si fidi ciecamente” ad un cieco, oppure dire “perché
    non si alza in piedi” ad una persona affetta da nanismo e via discorrendo.
    Egli supera di gran lunga qualsiasi limite al buon gusto, rivelando in lui un profondo disprezzo per il diverso.
    Anzi si erge a capopopolo, capo manipolo sfruttando le profonde repressioni del suo pubblico.
    Probabilmente questi spettatori si scagliano con
    violenza sulla vittima perché confortati nel sapere di essere massa non vittime dell’attacco dell’aguzzino.
    Il pubblico salvato momentaneamente dal pescecane, inveisce sul disgraziato di turno .. forse felice di non essere anche lui sulla forca mediatica.
    Una vergogna nazionale soprattutto per i messaggi che continuano ad arrivare giornalmente sull’integrazione, sul fair play, da presidenti , papi, filosofi, politici, clero ……..
    Non riesco a capire come si possa far finta di niente, anzi accaparrarsi questo perfido conduttore a suon di milioni di euro.
  • Qualcuno può dire: “ma dai esageri è solo uno spettacolo di intrattenimento, un modo di passare una serata all’insegna del buonumore, nel confortevole divano di famiglia, mangiando cibo spazzatura, precotto, predigerito ….. è una facezia un gioco ma mica dobbiamo solo vedere gli spettacoli culturali, come le trasmissioni politiche, le trasmissioni sportive “….
    Vogliamo ridere.
    Danni collaterali ci sono e a lungo andare saranno irreparabili.
    Il primo evidente è quello di aver dato campo libero all’insulto, sebbene sotto la forma apparente della
    battuta.
    Un insulto, anche se si basa su un fatto reale, è sempre un insulto, un grave danno alla dignità dell’uomo a 360 gradi.
    Pensate ad un professore che commentasse ad alta
    voce gli svarioni dei propri alunni alla Bonolis maniera ….
    Bada bene sempre con il sorriso, ma che incitasse i compagni del poveretto ad associarsi ai suoi insulti, peggio di Barabba con Gesù Cristo.
      Almeno lì Pilato era quasi neutrale …
    Questa perdita di inibizione apre la strada al non rispetto di ogni differenza fisica o intellettiva, separa i normali dai diversi, la solidarietà non esiste più, il branco contro la minoranza, gli Spartani contro gli Iloti …. Secoli e secoli di filosofia finiti nel cesso della TV.
    La stessa cosa vale per Bonolis.
    Nella televisione di Stato anni 60 sarebbe stato un conduttore medio, normale, forse un po’ represso, finto simpatico, ma senza grande visibilità, oppure, nell’era multitelevisiva, un personaggio di una piccola televisione privata con una attenzione sull’ascoltatore medio tra i 10 e i 15 secondi, destinato alle seconde serate o a qualche premio di terza fascia, o a qualche spettacolo pruriginoso
     di notte inoltrata, dei quali difficilmente ricorderemo il nome.
    La grande assente, oltre alla cultura, e’ la Chiesa Cattolica che per anni si è strappata le vesti di fronte alla Tv, ai suoi spettacoli degeneri, alle turpitudini in vetrina, ma che nei
    confronti di Bonolis non ha mai preso una posizione, lanciato un anatema …. Anzi, forse sarebbe capace di proporlo come gestore di una trasmissione sulla Fede ambientata in uno studio televisivo.
    Nessuna speranza all’orizzonte, Cristo non tornerà ben sapendo di essere sconfitto al televoto.
    Dio è morto, Marx è morto ed anch’io ormai non mi sento tanto bene, come diceva il piccolo Woody.
    FONTE MAURIZIO MOLINARI
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