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Tecnologia

Backup Day, come mettere al sicuro i dati di tutti i nostri dispositivi

Il 31 marzo è la giornata mondiale che celebra l’importanza di salvare i dati contro virus, furti e malfunzionamenti: ecco cosa bisogna sempre ricordarsi di fare

Il giorno del backup

È il mantra di ogni informatico, la preghiera quotidiana da non saltare mai ma noi utenti, spesso, lo prendiamo sottogamba. Parliamo del backup, vale a dire una copia dei dati presenti nei nostri dispositivi da tenere sempre con sé. Operazione semplice e fondamentale, ci aiuta in caso di malfunzionamenti, virus, furti o semplice perdita del dispositivo. In caso computer, smartphone o tablet vengano affetti da un problema, se si ha un backup si è al sicuro. Si può ripristinare il sistema all’ultima configurazione funzionante e ripartire da lì. Stessa cosa se ci rubano il dispositivo. Avendone una seconda copia possiamo trasferire i dati sul dispositivo successivo. Insomma, «backuppare», come dicono gli informatici, è fondamentale tanto che il 31 marzo è stata indetta anche una giornata ad hoc, il «World Backup Day». In più aggiungiamo che con gli odierni sistemi creare una seconda copia di sicurezza è facilissimo, vediamolo passo passo toccando i sistemi MacOs, iOS, Android e Windows.

Fare il backup del Mac

Partiamo dai computer della Apple, i Mac. Qui troviamo un programma ad hoc, Time Machine, che fa tutto da solo. Basta comprare un hard disk abbastanza capiente, vale a dire più capiente di quello del computer, connetterlo al sistema e subito il Mac ci chiederà se vogliamo fare un backup. In alternativa, connettiamo l’hard disk al computer e poi premiamo la mela in alto a sinistra, scegliamo «Preferenze di sistema» e poi «Time Machine». A questo punto l’ultimo passaggio: clicchiamo «Seleziona disco» e il gioco è fatto. Ora ogni volta che l’hard disk sarà collegato al computer, Time Machine copierà tutti dati. In caso si usi un portatile, ricordarsi di connetterlo spesso altrimenti è tutto inutile.

Fare il backup con Windows 10

Anche Windows 10 ha una procedura facilitata. Il punto di partenza, come sempre, è connettere il nostro hard disk esterno. Ora premiamo il pulsante «Start», selezioniamo «Impostazioni», quindi «Aggiornamento e sicurezza», «Backup» e infine «Aggiungi un’unità». A questo punto scegliamo l’hard disk e abbiamo finito. Il sistema copierà tutto ciò che si trova nel computer. Volendo possiamo anche scegliere cosa salvare: dalla schermata precedente scegliamo «Altre opzioni» e qui potremo modificare i file da includere nei backup o la frequenza dei backup.

Fare il backup di iPhone e iPad

Anche su iPhone e iPad il backup è a portata di tutti. I metodi sono due. Il primo passa dal computer. Connettiamo lo smartphone o il tablet al computer, apriamo iTunes e clicchiamo sull’icona che appare in alto a destra, quella che ricorda la forma del dispositivo. Da questa finestra scegliamo la voce «Effettua Backup adesso» e il programma copierà tutti i dati sull’hard disk del computer. Se però abbiamo poco spazio sul computer o vogliamo rendere il tutto ancora più facile, Apple offre iCloud, il suo servizio di Cloud che consente di trasferire e salvare i dati attraverso la Rete senza bisogno di hard disk fisici. I 5 gigabyte gratuiti sono sicuramente pochi per salvare tutto quindi dovremo attivare un piano a pagamento: 50 gigabyte costano 0,99 euro al mese, 200 gigabyte 2,99 euro mensili e due terabyte (duemila gigabyte) 9,99 euro al mese. Sottoscritto il piano, scegliamo «Impostazioni» (l’app con gli ingranaggi), poi premiamo sulla prima barra in alto, quella con il nostro nome, e da qui selezioniamo «iCloud». Da questa schermata scorriamo in basso fino a «Backup iCloud» e attiviamolo. Ovviamente l’operazione va fatta su ogni iPhone e iPad quindi, nello scegliere il piano da sottoscrivere, teniamo conto dello spazio totale che ci occorre.

Fare il backup di dispositivi Android

Per i propri backup gli smartphone e i tablet Android si basano su Google Drive, il cloud di Google, ed è tutto già impostato. I 15 gigabyte offerti gratuitamente però sono sicuramente pochi per salvare tutto quindi dovremo attivare un piano a pagamento: 100 gigabyte costano 1,99 euro al mese, un terabyte (mille gigabyte) 9,99 euro al mese. Per controllare che il backup sia attivo dobbiamo andare come sempre in «Impostazioni» e poi cliccare «Backup e ripristino». Controllare quindi che le voci «Backup dei miei dati» e «Ripristino automatico» siano attive. Per salvare i dati sul computer invece, ogni produttore offre un programma gratuito scaricabile dal sito. Samsung utilizza Switch, Lg ha Bridge, Motorola usa Device Manager, per Sony c’è Xperia Companion, Huawei ha HiSuite.

La regola del «3-2-1»

Più in generale, vige la regola aurea dei backup. Si divide in tre passi e si chiama «3-2-1». Ecco in cosa consiste. 1. Conservare sempre tre copie dei propri dati (una alla quale accediamo e due di riserva); 2. Salvare sempre su due dispositivi d’archiviazione separati: in questo modo, se un hard disk dovesse corrompersi o essere attaccato, ci sarà sempre un’altra memoria disponibile. 3. Tra i due dispositivi di archiviazione scelti, uno dev’essere il più possibile lontano da quello principale, per evitare che un furto o, per esempio, un incendio, ci sottraggano contemporaneamente entrambi i backup. Non è necessario spedire fisicamente la copia di sicurezza in un altro luogo: basta salvare i nostri dati in cloud che, tecnicamente, non è altro che un computer che ci «presta» un po’ del suo spazio. Di recente, a questa regola è stata aggiunta una postilla: la regola zero. Sta per «zero errori» ed è un invito a controllare periodicamente che i nostri dati si ripristinino correttamente. Perché salvare i dati non serve a nulla, se non siamo certi di riuscire a recuperarli quando ci servono. Per questo motivo è sconsigliabile usare supporti che si degradano facilmente con il tempo o con la luce solare, come i supporti ottici (cd, dvd e dischi blu-ray).

Come trarre il meglio dai Drive Cloud

Sincronizzare i nostri documenti con uno spazio in cloud è un buon modo per recuperare i nostri documenti e rispettare la terza regola del «3-2-1». I più famosi sono OneDrive (preinstallato con Windows 10), iCloud (preinstallato con Mac OS), Google Drive e Dropbox. Per evitare di creare troppo disordine, è consigliabile affidarsi a un solo servizio e attivare tutte le opzioni di sicurezza, compresa la doppia autenticazione (abbiamo spiegato come fare in questa guida). Perché, altrimenti, anche le nostre informazioni sensibili saranno vulnerabili all’esterno. Questo tipo di salvataggio non è un vero e proprio backup perché, se un attacco dovesse corrompere i nostri documenti, verrà automaticamente sincronizzata online la versione danneggiata (e illeggibile) dei nostri file. Per fortuna, la maggior parte di questo tipo di spazi di archiviazione ha il «controllo di versione»: potremo quindi ripristinare la versione corretta ma, in ogni caso, è un’operazione manuale e dovremo intervenire documento per documento. E quindi, una buona regola, non appena ci accorgiamo che il nostro computer è stato attaccato è di scollegarlo dalla rete, per evitare che i danni si propaghino online.

I programmi specifici

Il massimo della sicurezza viene garantito da programmi pensati proprio per questo: fare backup. I più semplici e affidabili sono: CrashPlan, Backblaze, IDrive, Acronis True Image, Carbonite. Questi software rimangono in ascolto delle modifiche alle cartelle che abbiamo scelto di salvare, creano una copia locale e, contemporaneamente, caricano tutto in uno spazio protetto online. Inoltre conservano anche i documenti cancellati (e può salvarci la vita se abbiamo rimosso un file importante per sbaglio). E hanno un’app mobile che ci dà accesso immediato alle risorse anche se il nostro computer sarà stato distrutto. Il lato negativo? Hanno un costo: circa 60 dollari all’anno. Ma è una cifra sostenibile se la perdita dei dati può compromettere il nostro lavoro e se ci teniamo a rispettare appieno la regola del «3-2-1» senza fare troppi passaggi manuali.

Le alternative avanzate

Se non ci spaventa il fai da te tecnologico, possiamo creare un nostro piano di backup. Possiamo ad esempio comprare uno spazio online con Amazon Glacier. In questo caso, avremo la certezza che i nostri file siano salvati in uno spazio protetto online e, in più, il costo di quest’opzione è molto contenuto. I servizi web di Amazon, infatti, si pagano in base al traffico e allo spazio richiesto. Nei nostri test abbiamo speso poco più di un dollaro al mese per un backup di circa 250 gigabyte. Il prezzo da pagare per questa convenienza è il tempo. E, se dobbiamo ripristinare file al volo, può non essere la scelta giusta. I file su Glacier devono essere «scongelati» prima di essere inviati di nuovo sul nostro pc e quest’operazione richiede dalle 5 alle 12 ore. In alternativa, possiamo usare un altro servizio offerto dagli Amazon Web Services: S3, dedicato alla conservazione dei file. È più costoso (dai nostri test, circa il triplo di Glacier) ma permette il recupero immediato. Un’altra opzione da tenere in considerazione, se abbiamo tanti file a cui teniamo, è acquistare un nas. È un hard disk connesso in rete, che distribuisce i nostri documenti tra tutti i nostri dispositivi e può essere configurato per ricevere backup e inviarli online. Le marche più affidabili sono Qnap, Synology e Western Digital. In questo caso però l’investimento è più elevato (varia dai 150 agli 800 euro per le unità domestiche, più il costo degli hard disk, che vanno comprati a parte). E, inoltre, dovremmo assicurarci di aggiornare questo dispositivo e di non attivare configurazioni troppo «aperte», che permettano ai criminali informatici di «rubare» i nostri dati sfruttando falle che avremo creato per disattenzione.

FONTE Alessio Lana, Vincenzo Scagliarini CORRIERE.IT

FOTO CORRIERE.IT
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CORRIERE.IT
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