Una storia esemplare di scoperta e di amicizia, di amore e di riconciliazione, conquista la platea dell’Academy e guadagna, a sorpresa, l’Oscar 2019 per il miglior film. Diretto da Peter Farrelly, «Green book» racconta la storia vera, ambientata nel 1962, del musicista nero Don Shirley e dell’autista buttafuori italo-americano Tony Lip, in viaggio nel Sud dell’America razzista, quando ancora esistevano regole stabilite per legge che imponevano alla gente di colore divieti e limitazioni nei luoghi da frequentare, ristoranti, alberghi, bagni, fontane. A Maehershala Ali, 44 anni, investigatore nella terza serie di «True Detective», già premiato con l’Oscar nel 2017 per «Moonlight», va una seconda statuetta per la prova da non-protagonista nei panni del pianista, mentre Viggo Mortensen, italo-americano di travolgente simpatia che tutti avevano dato per vincitore, resta a mani vuote.
È l’anno degli Oscar frammentati, attribuiti con cura, evitando eccessive concentrazioni, tenendo presente i temi più caldi del momento. In testa il conflitto tra piattaforme streaming e fruizione del cinema in sala, argomento che sicuramente avrà influito sulla scelta di dare a «Roma» di Alfonso Cuaron il premio per la migliore regia (oltre a quello del miglior film straniero e della migliore fotografia) e non quello del miglior film.
Eppure, sul palcoscenico della serata, per la prima volta senza presentatori e forse, per questo, più scorrevole e concentrata, l’abbraccio tra i due amici messicani, Del Toro che ha consegnato il trofeo e Cuaron che lo ha ricevuto, è uno dei momenti più commoventi.
La delusione più grande tocca a Glenn Close che, in ampio abito dorato, aspettava la sospirata incoronazione per «The wife», e invece niente, anche stavolta resta a bocca asciutta e applaude con vigore la rivale Olivia Colman, Regina Anna del visionario «La Favorita» firmato dal greco Yorgos Lanthimos. Una vittoria annunciata, iniziata alla Mostra di Venezia dove l’attrice inglese aveva vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione. Il miglior attore è Rami Malek, mattattore di «Bohemian Rhapsody» nei panni del leggendario Freddie Mercury, talmente emozionato che, quasi quasi farebbe a meno di salire sul palco. La sua prova, che ha incantato il pubblico del mondo, aveva, sulle prime, fatto storcere il naso a molto critici e cultori del fenomeno «Queen», ma i premi, stavolta, hanno voluto, visibilmente, tener conto dei gusti degli spettatori.
Il discorso più dichiaratamente politico ha la firma di Spike Lee, premiato per la sceneggiatura di «BlacKKKlansman», un’altra storia di vita vissuta e di razzismo battuto grazie al coraggio e alla solidarietà tra due poliziotti, l’infiltrato di colore Ron Stallworth e il suo collega Flip Zimmerman: «Le elezioni 2020 sono vicine, ricordiamocelo, andiamo a votare, possiamo fare una scelta di amore e non di odio». L’emozione più forte riguarda Lady Gaga, protagonista di «A Star is born» con Bradley Cooper, premiata per la canzone «Shallow»: «Il segreto è tutto nel numero delle volte in cui sei capace di rialzarti dopo le cadute».
Il fenomeno «Black Panther» guadagna premi per la colonna sonora, i costumi, le scenografie e comunque festeggia il traguardo del primo cinefumetto ammesso alla massima celebrazione del cinema hollywoodiano. Il miglior film d’animazione è «Spiderman Un nuovo universo» e per raggiungere quest’obiettivo, è stato fondamentale come ha ricordato il regista Peter Ramsey, il contributo di Sara Pichelli, disegnatrice di Porto Sant’Elpidio che ha creato il personaggio del ragazzino di colore Miles. Gli altri nomi italiani che hanno risuonato nella notte delle stelle sono quelli di Bernardo Bertolucci, Vittorio Taviani e Ermanno Olmi, celebrati nel tradizionale spazio della rubrica «In memoriam». Grandi del nostro cinema, cui non mancano eredi, e che fanno sperare in un prossimo anno con l’Italia tra i candidati.
Tutti i premi della 91/ma edizione degli Oscar
Miglior film Green Book di Peter Farrely
Miglior regia ad Alfonso Cuaron per Roma
Miglior attore protagonista a Rami Malek in Bohemian Rhapsody
Miglior attrice protagonista a Olivia Colman in La Favorita
Miglior attrice non protagonista Regina King in Se la strada potesse parlare
Miglior attore non protagonista a Mahershala Ali in Green Book
Miglior film straniero Roma di Alfonso Cuaron
Miglior sceneggiatura non originale a Spike Lee, Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott per BlaKkKlansman
Miglior sceneggiatura originale a Nick Vallelonga, Brian Currie e Peter Farrelly per il film Green Book
Miglior cortometraggio d’animazione a Bao di Domee Shi e Becky Neiman-Cobb
Miglior cortometraggio a Skin di Guy Nattiv e Jaime Ray Newman
Miglior cortometraggio documentario a Period. End of sentence di Rayka Zehtabchi e Melissa Berton
Miglior documentario a Elizabeth Chai Vesarhelyi e Jimmy Chin per Free Solo
Miglior trucco e acconciatura a Greg Cannon, Kate Biscoe e Paricia Dahaney-Le May per il film Vice – L’uomo nell’ombra
Miglior costume a Ruth E. Carter per il film Black Panther
Miglior montaggio sonoro a John Warhurst e Nina Hartstone per il film Bohemian Rhapsody
Miglior sonoro a Paul Massey, Tim Cavagin e John Casali per il film Bohemian Rhapsody
Migliori effetti speciali a First Il Primo Uomo
Miglior colonna sonora a Ludwing Goransson per il film Black Panther
Miglior canzone a Shallow di Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando e Andrew Wyatt per il film A Star Is Born
Miglior montaggio a John Ottman per il film Bohemian Rhapsody
Miglior scenografia a Hannah Beachler e Bay Hard per il film Black Panther
Miglior fotografia ad Alfonso Cuaron per Roma
Miglior film d’animazione a Spiderman: un nuovo universo
fonte fulvia caprara lastampa.it
foto REUTERS