“L’interruttore- prosegue- che accende e spegne l’attivita’ della Ciclina D e’ una proteina chiamata Ambra1: quando non funziona si innesca un processo che porta alla rapida formazione di tanti tipi di tumore. La scoperta apre la strada a terapie specifiche che inibiscono il sistema di difesa delle cellule malate sino alla loro autodistruzione. I risultati dello studio, sostenuto da AIRC, sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica Nature”.
IL CICLO CELLULARE Il ciclo cellulare consiste in una serie di eventi concatenati e finemente regolati che porta alla divisione delle cellule; un processo vitale attraverso il quale da un ovulo fecondato si formano le cellule di tutto l’organismo, cosi’ come il processo mediante il quale le cellule della pelle, del sangue e degli organi vengono rinnovate. Questo ciclo e’ regolato dalle Cicline, un gruppo di proteine classificate con le lettere A, B, C, D e cosi’ via. Ciascuna compie un pezzo del lavoro di divisione cellulare e vengono prodotte e distrutte in una precisa alternanza, sino alla nascita delle cellule figlie. Di queste molecole era gia’ quasi del tutto noto il meccanismo di regolazione, tranne – sino ad oggi – della Ciclina D. Con lo studio coordinato dal Bambino Gesu’ e’ stato finalmente definito l’intero percorso.
TUMORI: GLI ‘ERRORI’ DEL CICLO CELLULARE Nel corso del processo di divisione, i geni responsabili del controllo del ciclo cellulare possono andare incontro a mutazioni da cui hanno origine molti tipi di tumore. Queste anomalie si sviluppano in genere durante la replicazione del patrimonio genetico (DNA) da trasferire alle cellule figlie: se il meccanismo si inceppa, gli eventuali errori accumulati in questa fase cruciale diventano causa di mutazioni, tumori e morte cellulare.
LO STUDIO Lo studio che ha portato alla scoperta della correlazione tra le proteine Ambra1 e Ciclina D e’ stato realizzato dai ricercatori del Bambino Gesu’ – guidati dal professor Francesco Cecconi dell’Area di Ricerca di Oncoematologia, diretta dal professor Franco Locatelli – insieme al team di ricerca dell’Universita’ di Roma Tor Vergata e si e’ avvalso della collaborazione del Danish Cancer Society Research Center e di altri Centri europei e statunitensi.
La ricerca e’ stata condotta su centinaia di campioni (modelli animali, cellule prodotte in laboratorio, cellule derivate da tumori sia animali che umani) con una combinazione di tecniche avanzate (imaging, microscopia, fluorescenza, ingegneria genetica, biochimica, istologia), partendo dall’intuizione di un possibile ruolo di Ambra1 – molecola scoperta nel 2007 proprio dal team del professor Cecconi – in alcuni difetti del ciclo cellulare.
“Nel corso delle indagini- spiega il comunicato dell’ospedale Bambino Gesu’- i ricercatori hanno infatti notato che in caso di assenza o di scarsa quantita’ di Ambra1, la Ciclina D non viene distrutta come dovrebbe e, quindi, si accumula. A causa di questo accumulo, le cellule cominciano a dividersi a velocita’ incontrollata, il DNA si danneggia e si innesca la formazione di masse tumorali. Lo squilibrio dei livelli delle due proteine e’ stato riscontrato in molti tipi di tumore tra cui l’adenocarcinoma polmonare, il sarcoma e il glioblastoma”.
LE PROSPETTIVE TERAPEUTICHE Lo studio del Bambino Gesu’ descrive la sperimentazione di una terapia per i tumori basati sullo squilibrio di Ambra1 e Ciclina D. Non essendo disponibili, ad oggi, farmaci in grado di agire direttamente sulle due proteine per ripristinarne la giusta quantita’, i ricercatori hanno individuato una soluzione alternativa che sfrutta uno dei punti deboli delle cellule tumorali: il sistema di riparazione.
La grande velocita’ con cui le cellule cancerose si dividono genera una serie di errori nel loro DNA che vengono via via corretti da un sistema di enzimi (presente in tutte le cellule del corpo umano) che consente loro di sopravvivere e proliferare. Se il processo di riparazione viene pero’ inibito, le cellule malate accumulano cosi’ tanti difetti da andare incontro all’autodistruzione.
La terapia (un mix di farmaci specifici chiamati “inibitori del sistema di riparo”) e’ stata sperimentata con successo su modelli cellulari e animali: il tumore e’ regredito ed e’ aumentata la sopravvivenza. La ricerca, quindi, suggerisce che questa strategia di cura, gia’ utilizzata per il trattamento di alcuni tipi di tumore dell’uomo, potra’ essere applicata anche ai pazienti con la combinazione Ambra1 – Ciclina D alterata.
“L’idea e’ che ai pazienti a cui sia stato diagnosticato un cancro, vengano esaminati anche i livelli di Ambra1 e Ciclina D- afferma Francesco Cecconi, professore ordinario di Biologia dello Sviluppo all’Universita’ di Roma Tor Vergata e ricercatore del Bambino Gesu’. – Qualora l’assenza o bassi livelli di Ambra1 in associazione ad un accumulo di Ciclina D venga individuata nelle cellule tumorali, si potrebbe provare a sopprimere con farmaci specifici, gia’ noti in terapia, la capacita’ delle cellule tumorali di riparare il materiale genetico. Se potessimo cosi’ limitarne la riparazione, potremmo puntare ad uccidere le cellule tumorali, sfruttando il loro tallone d’Achille, ovvero quella stessa instabilita’ genomica che le ha indotte a proliferare”.
“I nostri dati si estendono anche ai processi di proliferazione cellulare nel sistema nervoso in via di sviluppo- aggiunge Giacomo Milletti, biologo ricercatore del Bambino Gesu’, dottorando all’Universita’ di Roma “Tor Vergata” e primo co-autore dello studio- e questo nuovo livello di regolazione potrebbe rappresentare una nuova frontiera nell’oncologia molecolare dei tumori cerebrali nel bambino”.
3 STUDI SU NATURE I risultati della ricerca del Bambino Gesu’ e dell’Universita’ di Roma “Tor Vergata” sono ulteriormente confermati da altri due studi internazionali, condotti negli Stati Uniti d’America – a New York e a San Francisco – che, da punti di partenza differenti, arrivano alla stessa conclusione: Ambra1 controlla Ciclina D. Per l’alto valore scientifico della scoperta, i tre studi sono stati pubblicati in sequenza sullo stesso numero di Nature.