Italia

Rt, Delta, prime dosi giù, zone gialle e scuole. Covid è ancora un problema

Aumentano i contagi dei giovani, frenano le prime dosi di vaccino, a rischio il ritorno a scuola

Il dato da cui partire per capire cosa succederà nelle prossime settimane è l’aumento dei contagi, dovuto soprattutto alla variante Delta ad alto tasso di trasmissibilità tra chi non è vaccinato e in alcuni casi anche tra chi ha ricevuto una sola dose. L’indice Rt, che indica il numero di persone che possono essere contagiate da una persona che ha contratto il Covid, negli ultimi sette giorni è salito da 0,66 a 0,91, tornando a sfiorare l’1, come non succedeva dallo scorso marzo. Di conseguenza è salita anche l’incidenza settimanale, da 11 casi per centomila abitanti a 19 per centomila. Solo due settimane fa si era sfiorato il punto più basso della discesa, cioè 9 contagiati ogni centomila abitanti.

Tutto ciò accompagnato dal rischio che la campagna vaccinale subisca una battuta d’arresto, soprattutto per quanto riguarda le fasce d’età più basse che dovrebbero essere vaccinate con Pfirzer o Moderna, le cui dose vengono conservate per completare il ciclo vaccinale di chi già ha avuto la prima. Ad oggi sono 59.966.908 le dosi di vaccino somministrate in Italia. Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono 25.792.725, il 47,76 % della popolazione over 12. Si registra una brusca frenata della somministrazione delle prime dosi. Due giorni fa su 552mila dosi, solo 86mila sono state iniettate a persone che hanno iniziato il ciclo vaccinale. Secondo i dati elaborati dalla fondazione Gimbe, siamo passati dai quasi 3 milioni di prime dosi della settimana dal 7 al 13 giugno alle poco più di 800mila della settimana dal 5 all’11 luglio con un calo del 73%.

Una flessione fisiologica legata all’aumento dei richiami, ma ciò che emerge dagli studi degli studi di ricerca è l’ormai mancato utilizzo dei vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson, circa due milioni di dosi sono rimaste in frigo e non possono essere somministrate agli under 60, come deciso a giugno, mese in cui in fretta e furia è stato necessario riprogrammare l’intera campagna vaccinale. Ne deriva che i più giovani devono aspettare il loro turno per ricevere Pfizer o Moderna e per adesso si sta dando priorità al completamento delle seconde dosi. Per fare un esempio, in Lombardia il primo slot utile per vaccinare la fascia d’età tra i 12 e i 18 anni è il 23 agosto. Tutto ciò aggravato dal fatto che oggi l’Iss ha ricordato come stiano aumentando i contagi proprio fra i giovani, spesso asintomatici.

È facile immaginare chi ne pagherà le conseguenze: le scuole, con il rischio che per il terzo anno continui la didattica a distanza poiché la gran parte degli studenti non sarà vaccinata. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in videocollegamento col Web Marketing Festival in corso a Rimini lancia un messaggio: “Il primo appuntamento è settembre. Faccio un appello alla vaccinazione, a tutti i ragazzi e ragazze, e a tutti coloro che sono parte della scuola. Vacciniamoci, facciamolo come atto di responsabilità collettiva”. Se è vero che il 15% degli insegnanti ha rifiutato il vaccino, è anche vero che ancora è difficile stimare il numero di studenti no-vax a causa dei ritardi che si stanno registrando in molte Regioni.

Regioni che vedono il virus diffondersi, in queste ultime settimane, soprattutto tra i giovani, che fanno più vita di gruppo e non sono ancora vaccinati. I contagi, come si è detto, sono in forte aumento. Non si registra invece una pressione sul sistema sanitario. E ciò è diventato motivo di scontro all’interno della maggioranza. Tra chi vorrebbe cambiare i parametri che determinano l’ingresso in determinata fascia di colore e chi invece vuole mantenere quelli stabiliti nei mesi scorsi. Questa settimana nessun territorio dovrebbe passare in zona gialla, l’Italia quindi resterà bianca. Ma sulla prossima c’è già qualche dubbio che si trasforma in certezza se si pensa alla prima settimana d’agosto e all’aumento costante dei contagi. Questo aumento dei contagi, non è accompagnato dall’occupazione dei posti letto in ospedale, rischia di decretare chiusure dei ristoranti e coprifuoco proprio nel bel mezzo della stagione estiva. Per adesso il ministro Speranza e gli scienziati non vogliono saperne di un cambio dei parametri ma i partiti, non solo quelli di centrodestra, iniziano a insistere. La palla molto presto passerà a Mario Draghi che dovrà fare i conti con una crisi economica mai finita e con il rischio di un peggioramento se l’Italia tornasse in zona gialla.

Fonte
huffingtonpost.it
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