Per la prima volta dal 2002 l’euro scende sotto la parità nei confronti del dollaro. Nel pomeriggio di oggi, 13 luglio, la moneta unica è arrivata a valere 0,9998 dollari, prima di tornare poco sopra la valuta statunitense. Ad aumentare la pressione sull’euro è stato anche il dato dell’inflazione Usa (+9,1% a giugno su base annua), ai massimi da 40 anni. Il presidente americano Joe Biden ha detto che l’inflazione è «alta a livelli inaccettabili», sottolineando che il dato si riferisce però al mese di giugno, caratterizzato dalla volata dei prezzi dell’energia e della benzina, che ora sono invece in calo. «Affrontare l’inflazione è la mia priorità: abbiamo bisogno di più progressi rapidamente per riportare i prezzi sotto controllo», ha aggiunto il presidente.
Le ragioni del testa a testa
Questa nuova fiammata dei prezzi, superiore alle attese degli analisti, lascia intravedere una Fed pronta ad alzare i tassi di un ulteriore 0,75% nel corso della prossima riunione. Una politica aggressiva da parte della banca centrale statunitense, le prospettive economiche europee deboli e la crisi energetica scaturita dalle tensioni con la Russia rendono il dollaro più attraente. In 23 anni, la moneta unica ha raggiunto il suo massimo contro il dollaro nel 2008 (1,6). Erano le settimane dalla bancarotta di Lehman Brothers, e l’euro divenne rifugio degli investitori. Da allora quei livelli non sono più stati raggiunti. Dall’inizio del 2022, l’euro è calato del 12% nei confronti del dollaro, e la tendenza non sembra destinata ad arrestarsi.