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Miscellanea

L’asfalto diventa «indistruttibile» grazie al grafene (ed è al 100% riciclabile)

Il Gipave è stato brevettato dalla Iterchimica e dalla Directa Plus. L'asfalto trattato con questo supermodificante al grafene si deforma meno al passaggio degli pneumatici

La via per rendere il manto delle strade più resistente potrebbe passare per il grafene. O almeno questa soluzione è suggerita dai primi risultati che emergono dall’analisi di un tratto di provinciale Ardeatina a Roma. Da diversi mesi viene monitorato l’evolversi delle condizioni di questo chilometro trattato con un supermodificante al grafene, conosciuto come Gipave. Un test che rientra all’interno del progetto di ricerca Ecopave di durata triennale.

Più resistente e più ecologico

 Dalle rilevazioni effettuate è emerso che il miglioramento della resistenza alla fatica rispetto a un asfalto tradizionale è risultato superiore del 250% ed è anche aumentato del 35% la forza di resistenza al passaggio dei veicoli. Invece la capacità di contrapporsi alla deformazione a parità di sforzo ha visto un miglioramento del 46%, mentre le tracce lasciate dagli pneumatici al passaggio sono state inferiori del 35%. Ma oltre a un evidente passo in avanti per quello che riguarda la tenuta, le strade realizzate con il Gipave hanno anche un impatto ambientale molto basso. Essendo totalmente riciclabili, permettono così di non dover estrarre nuovi materiali o utilizzare altro bitume per realizzarne di nuove.

Il progetto

Questa tecnologia che rende l’asfalto più resistente agli stress e meno soggetto a usura nel tempo è frutto della collaborazione tra l’azienda Iterchimica, che si occupa di migliorare le prestazioni dell’asfalto, e di Directa Plus, produttore e fornitore di prodotti a base di grafene. Il Gipave è nato dal lavoro congiunto di queste due realtà ed stato depositato come brevetto nel 2017. È poi seguito questo test sulla strada romana che però non dovrebbe rimanere isolato. Le due aziende stanno infatti già pensando di effettuare nuove sperimentazioni sia in Italia che all’estero, in particolare negli Usa, in Oman e nel Regno Unito.

FONTE ENRICO FORZINETTI CORRIERE.IT

FOTO CORIERE.IT

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CORRIERE.IT
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