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Elezioni Usa, l’America decide: aperti i primi seggi

I due candidati hanno tenuto i loro ultimi eventi della campagna elettorale negli stati chiave. Il tycoon attacca: "Mettete Kamala sul ring con Tyson". Harris: "Ogni voto conta". Voto concluso in villaggio New Hampshire: è parità

Election Day negli Usa. Americani oggi alle urne per eleggere il loro prossimo presidente. La vicepresidente Kamala Harris e l’ex presidente Donald Trump hanno concluso la loro campagna elettorale con i rispettivi comizi finali, il repubblicano nel Michigan, la democratica in Pennsylvania. Ma anche quella di oggi non sarà una giornata di completo relax per i due candidati alla Casa Bianca.

Secondo la Cnn, Harris trascorrerà la giornata a Washington Dc rilasciando alcune interviste radiofoniche, mentre in serata attenderà i risultati del voto presso la Howard University, l’università dove si è laureata. La candidata democratica, inoltre, domani ha invitato i suoi principali donatori a un briefing elettorale. Trump, invece, dovrebbe tenere il suo ‘watch party’ a Palm Beach, in Florida.

Aperti i primi seggi elettorali

I primi seggi aperti sono stati quelli di alcune località del Vermont, nella costa Est, alle 5 del mattino, ora locale. Si chiuderanno intorno alle 18. Alle 6 del mattino hanno aperto quelli di Connecticut, New Jersey, New York, New Hampshire e Virginia. In Indiana e Kentucky , i seggi hanno aperto alle 6:00, ma nell’ovest alle 7:00. Nel Maine , quasi tutti i seggi sono aperti alle 6 del mattino, ora orientale, ma i comuni con meno di 500 abitanti possono aprire anche alle 10 del mattino.

Oltre 80 milioni di americani hanno già votato in anticipo o per posta o in presenza mentre circa l’altra metà avrà tempo fino alle 20.00.

Voto concluso in villaggio New Hampshire, parità tra Harris e Trump

La piccola cittadina di Dixville Notch nel New Hampshire ha votato a mezzanotte, in linea con una tradizione decennale. Su sei elettori, Kamala Harris ha conquistato tre voti, gli stessi del rivale repubblicano. Le operazioni di voto si sono concluse in 15 minuti. E’ dal 1960 che la cittadina difende il primato di essere la prima ad esprimersi. Una volta che tutti i voti sono stati espressi, le schede vengono conteggiate e i risultati annunciati ore prima di qualsiasi altro luogo degli Stati Uniti.

Insulti e accuse in ultimi comizi

“Potrebbero essere tra le elezioni più serrate della storia. Conta ogni voto”, ha detto da Philadelphia la candidata democratica. “In queste elezioni abbiamo la possibilità di voltare finalmente pagina rispetto a un decennio di politica guidata da paura e divisione – ha aggiunto senza citare il rivale Donald Trump – Ne abbiamo abbastanza”.

In Pennsylvania, in una delle ultime tappe della campagna elettorale, Trump cita Mike Tyson in un passaggio del discorso e raccoglie il suggerimento urlato da un sostenitore presente al comizio: Kamala Harris dovrebbe salire sul ring contro l’ex campione dei pesi massimi. “Sarebbe interessante”, dice Trump. “Mike ne ha passate tante, ma è ancora in grado di combattere. Ve lo immaginate Mike… Qui qualcuno dice ‘fai salire Mike sul ring con Kamala’…. Sarebbe interessante”.

Cercando fino all’ultimo il sostegno di elettori arabi e musulmani, Trump non risparmia accuse ad Harris. “Stiamo mettendo insieme la più grande e più ampia coalizione nella storia politica americana. Include numeri record di elettori arabi e musulmani in Michigan, che vogliono pace – si legge in un post diffuso nelle ultime ore su X – Sanno che Kamala e il suo gabinetto guerrafondaio invaderanno il Medio Oriente, con milioni di musulmani uccisi e avvieranno la Terza guerra mondiale. Votate Trump e riportate la pace”.

“Portare l’America” verso “nuove vette di gloria”, la promessa di Trump. “Con il vostro voto – ha detto alla folla – possiamo risolvere tutti i problemi con cui fa i conti il nostro Paese e portare l’America, il mondo, verso nuove vette di gloria”.

L’ex presidente ha sostenuto che il suo vero avversario in queste elezioni non era la vice presidente Kamala Harris, ma piuttosto il “malvagio sistema democratico”. “Sconfiggeremo il sistema corrotto a Washington. Perché non sono candidato contro Kamala, sono candidato contro un malvagio sistema democratico. Queste sono persone malvagie”, ha detto Trump durante il suo comizio finale a Grand Rapids, nel Michigan, iniziato ben dopo la mezzanotte ora locale. “La maggioranza silenziosa è tornata e domani dovete uscire e votare”, ha aggiunto Trump, parlando della campagna elettorale come di un “viaggio incredibile. Ed è molto triste in un certo senso, perché, sapete, abbiamo fatto tutto questo, e questo è l’ultimo (comizio, ndr), ma ecco la buona notizia, tutto quello che stavamo facendo era metterci nella posizione per vincere, cosa che possiamo fare molto facilmente domani se ci presentiamo”.

Cremlino: non interessati a esito elezioni

Il governo russo ‘non è interessato’ all’esito delle elezioni presidenziali statunitensi perché a Washington vige un “consenso” tra repubblicani e democratici nei riguardi di Mosca. “Alla Russia non interessa come finiscono queste elezioni”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, rispondendo così a chi le chiedeva di confermare le indiscrezioni secondo cui ci sarebbe da parte del Cremlino una preferenza per Donald Trump, che ha più volte dichiarato di volersi impegnare per la pace in Ucraina.

Zakharova ha spiegato che a Washington c’è un “consenso bipartisan” per confrontarsi con la Russia, e solo se emergessero posizioni politiche diverse sulla questione il Cremlino sarebbe disposto ad analizzare “per vedere se rispondono agli interessi russi”. “In ogni caso, la Russia difenderà con determinazione i propri interessi, soprattutto in materia di sicurezza nazionale”, ha detto Zakharova, che spera che il nuovo capo della Casa Bianca, ‘chiunque sia’, si concentri sui problemi del suo Paese e ‘non cerchi avventure a decine di migliaia di chilometri di distanza dagli Stati Uniti’. “Sarebbe logico”, ha detto la portavoce, che ha espresso la speranza che queste elezioni possano aiutare il popolo americano a superare la sua ‘crisi di democrazia’ e la ‘divisione della società’.

Allarme su interferenze elettorali

Si intensificano gli allarmi dei funzionari dell’intelligence Usa su interferenze straniere, dalla Russia in particolare, nell’Election Day e anche dopo il voto. Fbi, Office of the Director of National Intelligence (Odni) e Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (Cisa) affermano di aver “osservato avversari stranieri, Russia in particolare, condurre ulteriori operazioni di influenza volte a compromettere la fiducia dell’opinione pubblica nell’integrità delle elezioni Usa e aklimentare divisioni tra gli americani”.

Un ‘impegno’ che, dicono le tre Agenzie, si intensificherà per tutto l’Election Day e anche dopo il voto, con maggiore ‘attenzione’ per gli stati chiave, Arizona, Nevada, Michigan, Wisconsin, Pennsylvania, Georgia e North Carolina. “La Russia è la minaccia maggiormente attiva”, affermano in una dichiarazione congiunta. L’accusa ad “attori di influenza” legati alla Russia è di creare video falsi e ‘notizie’ false per intaccare la legittimità del voto, spaventare gli elettori. “Sforzi” che, dicono le Agenzie, “rischiano di incitare alla violenza”. “Prevediamo – chiariscono – che attori russi diffonderanno altri contenuti confezionati con questi temi durante l’Election Day e nei giorni e nelle settimane che seguiranno la chiusura dei seggi”. “Attori” che, affermano, “hanno anche prodotto e amplificato un filmato recente che mostra in modo falso un’intervista a una persona” che parla di una presunta “frode elettorale in Arizona” per “favorire Kamala Harris”. Affermazioni, aggiungono, già bollate come fake dalle autorità dell’Arizona.

Anche l’Iran ha avviato “attività informatiche dannose” con l’obiettivo di ‘colpire’ Trump. E, dicono, resta determinato alla rappresaglia per la morte di Qassem Soleimani, il generale iraniano ucciso nel gennaio 2020 in un raid aereo Usa in Iraq ordinato da Trump.

Ex manager Obama: “Molto preoccupanti per Harris dati voto in anticipo”

“I numeri del voto in anticipo sono un po’ preoccupanti” per Kamala Harris. A dirlo è Jim Messina, stratega dem che è stato manager della campagna di Barack Obama nel 2012, spiegando, in un’intervista con Msnbc, che quest’anno i repubblicani, solitamente fedeli al voto nel giorno dell’election day, hanno votato in anticipo con percentuali senza precedenti. “I repubblicani non hanno fatto quello che hanno fatto l’ultima volta”, ha continuato, ricordando che quattro anni fa “Trump disse, ‘non votate in anticipo’ e non l’hanno fatto”. Quest’anno invece appaiono “in vantaggio nei numeri del voto in anticipo, così quando arriveranno i dati del voto in anticipo, la situazione sarà un po’ diversa dal 220 ed è un po’ pauroso”. Messina, comunque, si è detto ottimista sul ruolo che avrà l’alta affluenza tra donne e giovani tra chi ha votato in anticipo . “Quando guardi ai numeri, quello che importa sono due blocchi: le donne e i giovani, e questi due blocchi di elettori appaiono forti. Le donne sono il 55% del voto in anticipo e negli ultimi giorni, i giovani elettori negli stati chiave hanno votato in percentuali storiche, cosa che ha reso la campagna di Harris molto felice”.

Il re dei podcast con Trump

Joe Rogan, il re dei podcast negli Stati Uniti, si schiera per il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. L’endorsement è arrivato all’ultima ora. Rogan, che ha intervistato Elon Musk, attira milioni di ascoltatori con ‘The Joe Rogan Experience’, è stato criticato per aver fatto disinformazione e commenti razzisti per i quali si è poi scusato. Per lui, noto fuori dagli Stati Uniti per le vesti di commentatore di arti marziali miste, da Musk arrivano “quelle che penso siano le ragioni più convincenti per Trump” e “sono d’accordo con lui”. “Per la cronaca – ha aggiunto in un post su X dopo aver ‘dialogato’ a lungo nei giorni scorsi il tycoon – sì, questo è un endorsement per Trump”. E il candidato repubblicano che sogna il ritorno alla Casa Bianca su X ha presto ringraziato Rogan: “Grazie per l’endorsement, Joe Rogan, è un grande onore!”.

Fonte
adnkronos.com
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