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Miscellanea

“Dal Peloponneso all’Ucraina, le persone normali non si angosciano per la guerra. E meno male”

Lo storico dell'antichità, Luciano Canfora, parlando con Huffpost invece punta il dito sui politici: "Non posso non notare l'irresponsabile leggerezza con cui si parla di terza guerra mondiale"

Luciano Canfora, storico dell’antichità e professore emerito dell’Università di Bari, non si stupisce del distacco con cui in Italia si guarda alla crisi in Ucraina.

Professore, nei giorni scorsi c’è stata un’escalation di tensione sull’Ucraina e c’è il rischio che la situazione degeneri. Eppure il rischio di una guerra non sembra così percepito in Italia. Come se lo spiega?

È sempre stato così. Mi stupisco di chi si stupisce. Non solo nelle grandi guerre del ‘900, ma anche probabilmente durante le guerre del Peloponneso. Escludendo casi limite, come quello di James Vincent Forrestal, segretario alla Difesa statunitense dell’epoca Truman che si gettò dalla finestra convinto che stesse per scoppiare una guerra tra Stati Uniti e Russia, la storia ci insegna che le persone normali, anche nell’imminenza di un conflitto, sperano che alla fine la guerra non scoppi e continuano a vivere la loro vita quotidiana, normalmente. Cosa dovrebbero fare, andare nei rifugi nucleari? Anzi, io direi, menomale che ci sono le persone normali, perché a me di questa storia colpisce molto un’altra cosa: il comportamento dei politici.

Ci spieghi.

Non posso non notare l’irresponsabile leggerezza con cui si parla di terza guerra mondiale, che poi significa includere l’uso del nucleare in un conflitto. In questo modo, lanciando allarmi del genere, si rischia di creare un’isteria collettiva. Quanto alla gravità della crisi ucraina, mi sento di esprimere qualche dubbio.

Non soffiano venti di guerra, quindi?

Guardi, a me sembra di assistere alla solita ginnastica americana: ogni volta che si avvicinano le elezioni devono far vedere che la patria è in pericolo. Le elezioni di midtern, che tra qualche mese si svolgeranno negli Stati Uniti, sono particolarmente insidiose per i presidenti. Perché non fa piacere avere il Congresso contro. Adesso tocca a Biden, e per vincere le elezioni deve far credere che c’è un disastro imminente. Poi passeranno le votazioni e passerà anche la bufera. Del resto, la storia è piena di esempi di questo genere.

Eppure a livello internazionale non è solo Biden ad essere in allarme. Il ministro della Difesa britannica ha detto che si respira un’aria da Monaco nel 1938. 

È chiaro che la Gran Bretagna da quando è uscita dall’Unione europea si comporta da portavoce del presidente degli Stati Uniti.

La fiamma si spegnerà presto, dunque?

Sì. Non è la prima volta che sembra che si stia per accendere un conflitto e poi la situazione si raffredda. Senza andare troppo lontano nel tempo, pensiamo a quante volte Trump ha minacciato la Corea del Nord, senza poi dare seguito alle sue parole. Non immagino, dunque, lo scoppio di una guerra imminente. A meno che qualcuno non decida di accendere la miccia. Può sempre accadere che un incidente creato da qualche incosciente abbia effetti molto gravi.

FONTE FEDERICA OLIVO

huffingtonpost.it

Fonte di notizie
huffingtonpost.it
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