L’inflazione italiana si conferma in discesa e, anzi, l’Istat la pone a un livello leggermente più basso della stima preliminare.
“Ad aprile l’inflazione torna a scendere, riportandosi allo stesso livello di gennaio e febbraio (+0,8%)”, dice l’Istituto di statistica. Rientra dunque la fiammata in una fase determinante per capire se la Bce potrà tagliare il costo del denaro, il prossimo giugno. La stima preliminare era per un +0,9%.
“La lieve decelerazione risente perlopiù della dinamica tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-13,9% da -10,3% di marzo) e dei Servizi relativi ai trasporti (+2,7% da +4,5%). In leggero rallentamento risultano anche i prezzi dei Beni alimentari (+2,4% da +2,7%). Di contro, i prezzi dei Beni energetici regolamentati, nonostante il sensibile calo su base congiunturale (-10,1%), mostrano un profilo tendenziale in netta risalita (-1,3% da -13,8%)”, spiega l’Istituto.
Continua a scendere, anche ad aprile, il ritmo di crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+2,3% da +2,6%), mentre l’inflazione di fondo – al netto degli elementi più volatili come energia e alimentari – si attesta al +2,1% (da +2,3%).
In questo scenario di calo dei prezzi, però, le associazioni dei consumatori rimarcano come ci sia stata una “stangata per le festività di aprile” che “è molto preoccupante in vista delle prossime ferie estive. I servizi ricettivi e di ristorazione non solo aumentano del 4,4% rispetto a un anno fa, ma del 2,1% in appena un mese”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “In particolare è inaccettabile che in appena un mese Alberghi e motel rincarino del 10,6%, il record degli incrementi congiunturali. Al secondo posto della top ten ci sono i Voli intercontinentali che decollano dell’8,6%, seguiti al terzo posto dal noleggio di mezzi di trasporto con +7%. Tutte voci legate alle vacanze”. Anche Assoutenti punta il dito sul fatto che i rincari hanno colpito gli “italiani che hanno deciso di spostarsi in occasione dei ponti di primavera, e rappresentano un pessimo segnale in vista della prossima estate”. Il Codacons, infine, lega il rallentamento dell’inflazione ad aprile “all’effetto Pasqua, con la festività che quest’anno è caduta a marzo, ma la frenata dei prezzi al dettaglio non può ritenersi soddisfacente”.